DAVID BASTIANONI

David Bastianoni, (Castelfiorentino, 1900-1986), era un sarto di professione – figlio e nipote di sarti – e per tanti anni cucì abiti per i suoi concittadini (un elegante doppiopetto è esposto nella sede del Fondo Bastianoni presso la Fondazione Teatro del Popolo), «un sarto con la fotografia nel cuore», secondo una bella definizione di Sergio Marconcini.

David fu molto attivo nella vita sociale e politica di Castelfiorentino: iscritto al Partito Comunista clandestino dal febbraio 1942, membro del primo Comitato di Liberazione Nazionale, formatosi nel settembre 1943, fu, nel dopoguerra, un esponente di spicco dello stesso Partito Comunista Italiano.

Fece parte del primo Consiglio direttivo della Biblioteca comunale Vallesiana nominato dopo la caduta del fascismo, e si interessò soprattutto delle vicende del Teatro del Popolo. Quindi la decisione di Banca Cambiano 1884 spa di affidare alla Fondazione Teatro del Popolo la custodia e la gestione del Fondo Bastianoni di sua proprietà non è stata affatto casuale, ma al contrario ha avuto una sua precisa ragion d’essere, proprio per il ruolo che David ebbe all’interno del Teatro stesso.

Infatti egli, insieme ad altri castellani, in tempi davvero difficili quali furono quelli seguiti al secondo conflitto mondiale, seppe dare nuova vita al Teatro. Quando la Giunta comunale, a poche settimane dal passaggio del fronte, nell’ottobre 1944 istituì il «Comitato di ricostruzione artistica» per «ridare al popolo quell’educazione morale e artistica che da molti anni gli mancava», David ne fece parte: fu il risultato delle aspettative di tutta la comunità castellana, della sua volontà di rinascita e di ripresa della vita sociale, che vide proprio nel Teatro del Popolo il luogo emblematico.

Bastianoni iniziò la sua lunga – e disinteressata – collaborazione, donando il suo palco al Comune e distinguendosi come uno dei componenti più attivi del Comitato: non casualmente il Sindaco Giuseppe Muscas indirizzò a lui la lettera con cui richiese allo stesso Comitato di «ridare vita al Teatro».

Successivamente fu membro del Consiglio d’amministrazione dell’Accademia Operosi Impazienti, proprietaria del Teatro, dal 1948 al 1957, con l’importante mansione della gestione degli spettacoli e l’incarico di Provveditore addetto alla manutenzione dei locali.

David nel 1942 acquistò una macchina fotografica Leica, con la quale realizzò veri e propri reportages, da fotografo della realtà: uno dei più importanti resta sicuramente quello che documentò, con decine di scatti, la grande manifestazione popolare del 9 settembre 1943, che vide la partecipazione di migliaia di Castellani.

Infatti è un profondo realismo, forse voluto e ricercato o forse dato oggettivo, quello che scaturisce con forza dalle sue foto. Da “fotografo dilettante”, come gli piaceva definirsi, David riuscì a documentare la vera essenza del paese negli anni ’40 e ’50, e soprattutto a restituirci viva e presente la vita quotidiana di un’epoca e dei suoi protagonisti, attraverso la grande qualità tecnica e la sapiente capacità compositiva delle sue immagini.